In un Veneto che cresce economicamente e che costituisce uno dei poli nevralgici del nuovo triangolo industriale italiano, in un Veneto caratterizzato da uno straordinario dinamismo per quanto riguarda soprattutto il settore manifatturiero, cresce la consapevolezza che è giunto il momento che  inizino a giocare la partita dello sviluppo anche le città. Perché sono le città a svolgere quel ruolo di catalizzatore e di fulcro di innovazione e di laboratorio di idee e di aggregazione di risorse finanziarie e umane in grado di fare la differenza in termini di continuità e di effetto volano.

Ed è questa consapevolezza che porta il sistema regionale che fa capo ad ANCE  e alla filiera delle costruzioni a premere per aumentare il livello di riflessone e di analisi sulle potenzialità esistenti nelle città, avanzando anche l’ipotesi di ragionare su un grande polo metropolitano, articolato ed integrato. L’assemblea di ANCE Padova è stata l’occasione per discuterne e per anticipare quelli che saranno i temi centrali della prossima Construction Conference di “Civiltà di Cantiere”, che per il secondo anno consecutivo si terrà a Padova in autunno.

“Padova oggi si presenta come un grande potenziale laboratorio di rigenerazione urbana. La disponibilità di contenitori e di luoghi edificati da riqualificare, ma soprattutto da ripensare nelle loro funzioni, consente di fare un ragionamento più ampio costruendovi una visione di futuro che sappia valorizzare le vocazioni forti in essa presenti.”

Mauro Cazzaro, da quando è diventato presidente di ANCE Padova ha iniziato a guardare a Padova e alle sue potenzialità come un’occasione straordinaria per farne un volano di sviluppo per una più ampia area metropolitana , trovando in Civiltà di Cantiere un forte alleato,

A Padova oggi esiste una congiuntura favorevole sul piano della Governance, in quanto ai vertici delle associazioni industriali e della Camera di Commercio, in sintonia con i vertici dell’Università e soprattutto con chi governa la città, si è creata una convergenza di idee e di visione orientata a ridisegnare il futuro di Padova intorno ai nuovi paradigmi della contemporaneità: globalizzazione, quarta rivoluzione industriale/digitalizzazione, sostenibilità. Ciò in coerente sinergia rispetto alle nuove esigenze sociali, attente al cambiamento demografico e climatico e a una qualità delle relazioni, della mobilità e del lavoro che richiedono una profonda revisione dell’utilizzo e del design degli spazi che vanno a comporre la rappresentazione di una città proiettata verso il futuro.

E’ in questa prospettiva che va letta l’assemblea pubblica di Padova 2019. Con la relazione di scenario di Giovanni Foresti del Centro sudi di Intesa Sanpaolo che ha sottolineato la forte capacità competitiva delle imprese del Nord Est, vero motore e produttore di ricchezza, grazie alla forza commerciale e all’offerta dinamica e variegata sui principali mercati internazionali. Ma soprattutto con il dialogo, ravvicinato e allo stesso tempo a distanza, tra il pensiero forte di Bruno Barel, prezioso e narratore di visoni, ma anche di progetti e nuove avventure imprenditoriali, e il vicesindaco di Padova Arturo Lorenzoni. Da amministratore, e da docente attento alle problematiche ambientali e al valore delle risorse, Lorenzoni ha tracciato le sue linee guida per un governo della città che voglia con convinzione ridelineare le strategie di una trasformazione a misura delle esigenze di oggi. Dalla centralità delle infrastrutture in una logica di mobilità leggera e sostenibile, articolata nelle sue modalità ed integrata nella più ampia dimensione metropolitana e regionale, alla centralità dei vuoti come fattori di rivalorizzazione del patrimonio immobiliare, nelle parole del vicesindaco sono emerse tracce importanti di visione.

“Trasformare la città sapendo cogliere ed ascoltare tutte le voci e le diverse esigenze, per poi scegliere e decidere, richiede un forte sostegno da parte del sistema privato e delle istituzioni di rappresentanza dei diversi interessi. La sfida della rigenerazione richiede un lavoro di squadra, coinvolgendo  un ampio spettro di persone con cui condividere obiettivi, strumenti, tempi e risorse.”

E sulla questione della certezza dei tempi ha insistito Barel ricordando come la grande disponibilità di risorse e il grande interesse degli investitori internazionali per il nostro Paese e quindi anche per le città del Veneto per trasformarsi in concreti finanziamenti ad operazioni immobiliari richieda un’interlocuzione fondata su idee forti, chiarezza di obiettivi, ma soprattutto nel poter essere rassicurati sui tempi decisionali in grado di consentire di costruire adeguati piani di investimento.

E per il presidente di ANCE, Mauro Cazzaro “se guardiamo alla mappa degli ambiti di trasformazione oggi in gioco nella nostra città ci rendiamo conto che quel che serve sono progetti integrati in una logica di sistema tali da diventare i pilastri di una nuova visione per Padova. Intorno a questi progetti, che debbono avere certezza di risorse e di tempi di attuazione - che non possono essere troppo lunghi altrimenti viene a cadere l’interesse degli investitori - dobbiamo ripensare e ridisegnare la città sapendo integrare una riconfigurazione spaziale, prevedendo un aumento del verde e degli spazi pubblici aperti. Ma dobbiamo anche prestare grande attenzione all’innovazione, pianificando, progettando e realizzando nuovi contenitori culturali e per la ricerca, creando così i presupposti per nuove professionalità, così come per una nuova e più consapevole offerta turistica.”